Caratteristiche del Santo - sannicolasaggio

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Caratteristiche del Santo
Fedeltà alla chiamata di Dio
Nicola ha appena 20 anni quando ode il (vieni appresso a me).
Medita,riflette,prega,capisce bene quel che deve lasciare per sempre,intuisce le lotte cui va incontro; risponde:Eccomi!. E’ un soldato che si arruola volontario sotto una insegna di guerra e vi rimane fedele,fino alla morte.
Spirito eroico di umiltà e di ubbidienza.
La vocazione all’Ordine dei Minimi è dedizione a una vita di umiltà e di ubbidienza.(Voi sarete virtuosi,diceva Francesco di Paola,in quella proporzione con cui sarete umili e ubbidienti). Nicola praticò in modo eroico tali virtù. Spesse volte diceva: l’anima nostra è come una bilancia:quanto più si piega da una parte tanto più s’innalza dall’altra. Umiltà ,quindi,umiltà sempre. Dalla sua profonda umiltà scaturiva l’esattezza della ubbidienza,che professava non solo ai superiori ma a tutti i confratelli. Non solo il Beato possedeva in grado perfetto la virtù della obbedienza,ma che era,inoltre dotato di un lume soprannaturale tale da conoscere,quasi telepaticamente,la volontà dei suoi superiori. Ma il segreto di quest’abito eroico di ubbidienza,ossia la docilità della propria all’altrui volontà,era un riflesso della:
Confermità e armonia della sua volontà con quella di Dio.
Spirito di penitenza.
Quello dei Minimi è soprattutto e innanzi tutto un grande spirito di penitenza. Nicola usava strumenti di mortificazione comuni a tutti i santi,cilicio,cinture e catene di ferro; aveva per guanciale una pietra e per materasso qualche tavola nodosa. Il suo nutrimento era di quaresima: pane ed acqua,di tanto in tanto legumi. Perfetta fu sempre la sua conformità ai voleri divini,sia nelle tribolazioni,sia nelle malattie. Tutto prendeva,egli come venuto immediatamente dalla mano di Dio; provava pertanto grandissima consolazione nell’essere afflitto e umiliato.
Missione di carità e di beneficienza
Altra caratteristica del Beato fu la carità con la quale coronò l’opera sua ad imitazione del Divino Maestro. Ardente era la carità verso il prossimo. I numerosi poveri che ogni giorno bussavano alla porta del Convento di Roma,venivano sempre da lui assistiti e sfamati. In Convento amava teneramente e senza alcuna distinzione i Religiosi. Non usò mai li benchè minimo atto d’intelicatezza con qualcuno.
Enorme era il suo amore per gli infermi: prontissimo era consolarli e a visitarli negli ospedali.
Visitava,inoltre,ogni notte le sette Chiese e,più volte al giorno,saliva in ginocchio,con compunizione di animo e grande sentimento di spirito,la Scala Santa. Semplice e analfabeta sapeva a stendo scrivere il suo nome ,parlava con la stessa profondità di un teologo e predicava le cristiane verità con energia da maestro.
Fece stupire i dotti di questo mondo. Era infatti continuamente interpellato da docenti e studenti, del convento dei Monti in Roma, ai quali con estrema semplicità spiegava il mistero della Santissima Trinità, dell’Eucaristia, la bellezza delle realtà spirituali. Veniva frequentemente consultato da nobili, cardinali e Papi, in modo particolare da Clemente XI.
* Immagine dal libro"Più in alto delle aquile" di P.A.Bellantonio (illustrazioni a cura del pittore Cosimo Misio)
Fonte notizie dal libro"Il Beato Nicola da Longobardi" di E. Frangella
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