La nascita di San Nicola Saggio - sannicolasaggio

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La nascita
Dopo di lui nasceranno: Domenica e Antonio gemelli, Muzio e Nicola. Il Pastore della Chiesa universale era il Papa Innocenzo X (Pamphili), che aprì, proprio nel 1650 l’Anno Santo, che aveva indetto con la Bolla Appropinquat dilectissimi filii, del 4 maggio 1649. Il 10 gennaio 1650 venne battezzato nella chiesa parrocchiale di S.Domenica V. e M.da don Francesco di Gaudio e la madrina fu Caterina di Luca.
Al neonato gli furono imposti i nomi dei rispettivi nonni, Giovanni Battista Clemente, che poi, al momento della professione religiosa mutò in quello di Nicola.
Caterina Bruno, nipote in secondo grado di mamma Aurelia e XIV teste nel Processo Cosentino Ordinario,afferma di aver assistito al parto e quando, dopo i primi mesi, al piccolo venne meno il latte materno essendo mamma Aurelia, a breve distanza dal suo primo parto,gestante per la seconda volta, che darà poi alla luce i due gemelli Domenica e Antonio: la medesima, così si esprime Caterina Bruno, mi pigliai Giovan Battista e l’andava procacciando da altre donne qualche poco di latte. Le donne della contrada, in condizione da poter supplirvi, facevano a gara per poter affidare il bambino amorevolmente al proprio petto e se a volte non dovesse risultare sufficiente, aggiunge ancora la Bruno: vedendo non bastargli,procurava di fargli un poco di pane cotto,chiamato pappa per li piccirilli. Il bimbo era amabile, tranquillo,dal visino allegro e occhietti brillanti. Col passare degli anni si farà serio e pensieroso,per effetto di una certa maturità precoce, proveniente  dall’ambito familiare e dall’esemplarità dei suoi. Nei Processi, infatti, tutti concordano nell’attestare che i coniugi Saggio erano di ottimi costumi e buona fama, cercarono di educare i loro figli nel santo timor di Dio e nella fede e che il piccolo Giambattista imparò presto ad essere davvero saggio proprio da loro. Campavano con le proprie fatiche: papà Fulvio, zappatore, a giornata oppure nella sua proprietà a Serravento. Mamma Aurelia, badava alle faccende di casa, ma lavorava di ago, telaio, fuso e coltivava il baco da seta per aiutare il sostentamento della famiglia. Ben presto Giovanni Battista Clemente con il papà e con i fratellini intraprese il lavoro contadino,particolarmente di zappa. Cosa fondamentale fu l’educazione umana e cristiana ricevuta dai genitori con l’esempio: alla saggezza e alla tranquillità, alla cristianità, al timor di Dio, alla fede. Sia tutto per amor di Dio, era il suo criterio e disponibilità, e proprio sulle ginocchia della mamma, apprese i Misteri della nostra santa fede e le verità cristiane e da uno zio sacerdote, la vita dei santi e le cose dello spirito. Nella sua vita Nicola avrà sempre una guida spirituale, senza la quale nessuna vocazione può nascere, svilupparsi e solidamente realizzarsi in sé e nella comunità.
Fonte notizie dal libro"San Nicola da Longobardi"di P.Ottavio Laino O.M.
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