La morte di San Nicola Nicola Saggio - sannicolasaggio

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La morte
         La prima immagine di San Nicola       
Il Papa cercò di impegnare tutte le risorse pastorali,spirituali e morali, per scongiurare e placare Dio irritato dalle colpe del popolo. E fu così, perché le preghiere e le penitenze di fra Nicola e di tanti figli della Chiesa, servirono allo scopo. In particolare il Santo Padre aveva ordinato che fosse trasferita l’immagine del SS. Salvatore del Sancta Sanctorum alla Scala Santa in varie chiese, anche nella Basilica Vaticana. Aveva disposto pure che tutti i religiosi vi si recassero successivamente in devoto pellegrinaggio. Appreso del turno di veglia di preghiera, che ai religiosi Minimi fu assegnato per mezzanotte, vi andò anche fra Nicola, prolungandosi immobile e genuflesso per tutta la notte. Vi fece un freddo rigidissimo per la neve caduta abbondantemente, tanto che a fra Nicola ne procurò l’infiammazione polmonare risvegliandogli la pleurite, che negli anni precedenti, già otto volte ne era stato afflitto, ma l’aveva sempre superata. Questa volta lo scoppio dell’infermità lo obbligò a letto. Il Fraticello Minimo dei Monti, dimostrò insuperabile pazienza e mirabile fortezza nel soffrire i dolori e le pene che comportava la malattia, senza mai lamentarsi, stando sempre rassegnato in Dio ed eseguendo con esatta ubbidienza,tutto ciò che gli comandava il superiore ed il medico che lo curava, anche l’uso dei cibi pasquali.
Inoltre, faceva trasparire dal suo volto una gran pace d’animo e gioia di spirito. Cominciandosi a spargere la nuova dell’infermità di fra Nicola, molti prelati di Curia e il fior fiore del patriziato si recarono a visitarlo. A partire dalla conestabilessa Donna Olimpia Pamphili Colonna, i principi Don Filippo Colonna, Don Augusto Chigi, Don Giuseppe Mattei Orsini, il Rospigliosi, il marchese Naro e il più assiduo di tutti il principe Don Marcantonio Borghese. Non mancò la visita del cardinale Savo Mellini. Papa Clemente XI, avutane notizia, gli mandò l’indulgenza in articulo mortis con l’imbasciata che pregasse per lui e che,si ricordasse, in Paradiso, dei presenti urgentissimi bisogni di Santa Chiesa.
Il mattino del 2 febbraio 1709, giorno della tradizionale Candelora, fra Nicola fece la sua ultima confessione sacramentale a padre Alberto Gullo,suo direttore di spirito, con straordinaria compunzione e dolore. Ricevette l’Eucaristia e l’Unzione degli infermi. Dopo la mezzanotte dell’incipiente 3 febbraio, l’Oblato Minimo, prese il Crocifisso, Lo accostò alle labbra, ne baciò i piedi e stringendolo al petto: Paradiso! Paradiso,esclamò, e compose placidamente il volto per l’ultimo sonno, quasi un addormentarsi nel Signore. Si compivano 59 anni e 28 giorni di età.
Fonte notizie dal libro"San Nicola da Longobardi"di P.Ottavio Laino O.M.
#  Immagini dal libro "San Nicola Saggio di Longobardi" di Mons. Pietro Amato
* Immagine dal libro"Più in alto delle aquile" di P.A.Bellantonio (illustrazioni a cura del pittore Cosimo Misio)                   
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